Diario Metalmeccanico – commedie di vita in fabbrica che vi faranno sorridere

Libro Diario Metalmeccanico - commedie in fabbrica per sorridere

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Perchè leggere le commedie in fabbrica che vi faranno sorridere:

  1. se siete interessati ad una commedia sulla vita in fabbrica
  2. se siete dei manager o interessati all’organizzazione aziendale
  3. se siete interessati alla storia dell’elettromeccanica italiana

Se siete interessati ad una commedia sulla vita in fabbrica..


La vita in fabbrica è una commedia. O una serie di commedie. Questa frase può far molto discutere, al giorno d’oggi. A chiunque si chieda, al di là degli aneddoti, delle scenette, delle cose che possono succedere e dei pettegolezzi che possono circolare, la vita in fabbrica non fa ridere. Il lavoro in fabbrica è stancante. Raccontare la vita in fabbrica come qualcosa di leggero sembra non opportuno.

Ma è proprio il contrasto, anticonvenzionale, tra la seriosa vita in fabbrica e la prospettiva umoristica con cui viene raccontata, il punto di forza dell’autore. Questo libro ha la capacità di alleggerire il contesto di fabbrica che vissero e vivono molte persone, senza alludere al fatto che il contesto stesso possa essere facile o divertente.

Dopo la prima edizione di questo libro sono stato accusato di avere talvolta trascurato gli avvenimenti seri e impegnativi, a vantaggio di quelli spiritosi e rilassanti. Nonostante le critiche, ho mantenuto tale tendenza.

Paolo Tessarotto

Paolo vuole alleggerire quella vita portando un sorriso. Un sorriso profondo. Che affiora quando si è interiorizzata ex-post la comprensione di eventi o persone, i quali a primo impatto risultarono strani, comici o fastidiosi.

Le commedie in fabbrica per sorridere, aiutano anche a ricordare o conoscere un’Italia che non c’è più. Sono racconti e verità di un mondo, quello della fabbrica, quasi scomparso. Osservato però dal buco della serratura di aneddoti personali ed eventi minori, vita vissuta di tutti i giorni. Ma le situazioni raccontate fanno sorridere ancora oggi e succedono nelle aziende di oggi.

I pettegolezzi all’interno di una grande azienda e fuori nel paesino, la relazione capo-sottoposto. Tutte queste storie ruotano e sono legate dalla forza centripeta della fabbrica, dai suoi cambiamenti, trasformazioni ed evoluzioni. Ad esempio nella parte “II -Le storie brevi” in “La curiosità è donna”, si trova la signora Begaletti che è impegnata tutti i giorni in fabbrica a risolvere la preoccupante questione “di quel dottor Ferrandi e di quella sua nuova segretaria un po’ smorfiosetta”.

La signora Begaletti genera quasi immediatamente una risata perché dimostra una situazione contraria a quella che dovrebbe normalmente essere: la sua principale occupazione in fabbrica non è la mansione assegnatale, ma seguire le vicende amorose altrui. L’autore però non si ferma a ridere di lei, riflette sul suo caso umano e la compatisce, generando un sorriso di comprensione. La fragilità e le debolezze umane ci fanno sorridere, se raccontate con dovuto umorismo. Il sorriso è meno spietato del riso iniziale che potrebbe giudicare in maniera immediata.

non ci fermiamo alle apparenze, ciò che inizialmente ci faceva ridere adesso ci farà tutt’al più sorridere.

Luigi Pirandello

Gli scritti di Paolo, sono accomunati da questo relativismo esistenziale pirandelliano, tipico del movimento scettico-razionale europeo della fine del XIX secolo e l’inizio del XX. Paolo è lettore assiduo e studioso di Luigi Pirandello, la sua influenza è sentita.

Dal capitolo 2 - I disegni vanno firmati: 
... “Allora lei, la segretaria, si leva una scarpa e, con il piede, arriva…”
“Arriva?”
“In mezzo alle gambe di lui!”
“Hai capito, il vecchiaccio! Ma, ogni volta succede questo?”
“No, non proprio sempre, ma spesso. Quello lì ha la fama di essere uno che piglia tutto; con le donne, s’intende..."
Dal capitolo 15 - La nuova gestione delle risorse umane: 
“Questi sì,” riferendosi ai nuovi capi d'azienda, mi ha detto con lo sguardo luccicante ed entusiasta, “ti sanno spiegare come stanno veramente le cose, invogliando a lavorare. Altro che i compagni del sindacato!”.

“Guarda che” gli ho risposto molto pacatamente, “la verità non risiede né tra i duri di prima, né tra gli incantatori di adesso.”
“E allora dove sta?”
“Posso darti un consiglio? Leggi qualche opera di Luigi Pirandello e poi ne riparliamo.”

Se siete dei manager o interessati all’organizzazione aziendale..


Alla parte prima “I – Diario di vita in fabbrica”, Paolo racconta i suoi circa 40 anni di lavoro, tralasciando i dettagli tecnici del suo ruolo di progettista e poi capo progetto di impianti elettrici ad alta tensione. Il focus va ai rapporti umani, specialmente a quelli tra colleghi, tra il capo e il sottoposto. I risvolti della politica interna, le lotte sindacali e gli “impiegati che non fanno sciopero”. Questo è un mondo quasi scomparso, ma le situazioni raccontate fanno sorridere ancora oggi e succedono nelle aziende di oggi.

Insomma questo libro sulle commedie in fabbrica che vi faranno sorridere potrebbe tranquillamente stare nella categoria “Comportamento organizzativo” oltre che in quella di romanzo autobiografico. Certo non insegna e non vuole insegnare la disciplina dell’organizzazione aziendale, ma il lettore attento e curioso della disciplina umanistica, alla fine del libro potrà portare con sé qualche esempio o studio in più. Un esempio è come viene vissuto dai dipendenti “il passaggio da una società di tipo autoritario ad una di tipo partecipativo”. Oppure, quali sono gli effetti degli aumenti salariali uguali per tutti: “quel concetto di egualitarismo che, pur apparendo una conquista collettiva, andava però a soffocare e reprimere le aspirazioni legittime di ciascun individuo”. O ancora, perché gli “impiegati non fanno sciopero”.

Paolo quindi, come uno studioso, è concentrato sugli eventi e disinteressato allo stesso tempo; distaccato e incorruttibile, rigoroso come un cronista ma profondo come un artista.


Se siete interessati alla storia industriale dell’elettromeccanica italiana…


Nuova Magrini Galileo fu leader nella produzione e installazione di impianti e componenti per alta tensione. Al suo apice storico arriva ad impiegare 1150 dipendenti, e si può dire che abbia scritto parte della storia dell’elettromeccanica italiana. Colossi come Siemens o Schneider Electric si sono contesi l’industria di Battaglia. Che fosse per accaparrarsi il know-how e il vantaggio competitivo, o per eliminare un potente competitor, nessuno lo può dire con certezza. Ciò che viene raccontato è il come è successo, non il perché. In particolare cosa si viveva all’interno dell’azienda quando le strategie cambiavano dall’alto o dal di fuori. E ad oggi si può dire che la storia continua, l’attuale proprietà -tutta italiana- continua a produrre ciò che storicamente a Battaglia sapevano e sanno fare bene.

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